L’origine dei fuoristrada

Originariamente mondo riservato ad appassionati e utilizzatori per specifiche necessità di movimento su territori non dotati di infrastrutture viarie, oggi troviamo i fuoristrada sono sempre più presenti nella circolazione autostradale e cittadina.

Ben al di fuori del loro habitat, sono diventati per molti uno status symbol da esibire quanto una supercar, magari al posto o assieme alla sportiva di turno, lasciando però a chi la guida un maggior comfort e una minor necessità di gestire i cavalli “imbizzarriti” delle auto sportive.

Come sono nati i fuoristrada

La loro storia è legata alle intuizioni meccaniche di Adolphe Kegresse nei primi del Ventesimo secolo, dalla cui genialità era scaturita l’applicazione di cingoli ad autocarri ed autoveicoli per consentirne un movimento più agevole lontano dalle città.

La prima uscita di veicoli militari con un asse cingolato e un altro gommato si ebbe in Russia nel 1911 in una parata di fronte allo sguardo attento dell’allora Zar.

Solo con il miglioramento degli pneumatici e il progressivo abbandono dei cingoli sulle automobili ad uso militare si venne a realizzare il primo fuoristrada moderno: la Jeep.

Fu il dopoguerra a decretare il successo civile di questi veicoli, che gli ex militari iniziarono a usare per i loro utilizzi quotidiani, memori delle qualità espresse sui campi di battaglia.

Oggi tutte le case automobilistiche sfoggiano nei loro listini fuoristrada di ogni tipo e dimensione, accattivanti per tutte le fasce di clienti, tali da soddisfare le esigenze dei puristi che vogliono attraversare deserti o paludi, fino alle richieste dei cultori del design e della tecnologia pura, che usano la trazione integrale solo per garantirsi una migliore tenuta in curva o sulle strade ed autostrade innevate e non ancora pulite dagli spazzaneve.

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