I motori a scoppio come forza motrice degli autoveicoli hanno visto il loro successo grazie al basso costo del combustibile e alla grande autonomia che potevano garantire rispetto ai primi motori elettrici che erano stati utilizzati sulle prime auto già dagli anni ’30 del 1800.
Un primo problema era rappresentato dalle batterie non ricaricabili, superato solo nel 1865 con l’avvento delle batterie al piombo.
Veicoli elettrici contro quelli a combustibile
Anche Thomas Edison si dedicò alla produzione di un’auto elettrica, forte del suo impero di fornitura di elettricità e di strumenti alimentati dalla corrente continua sui quali si basava il suo modello di business.
Fino al 1900 la produzione di auto elettriche rappresentava circa un terzo dei veicoli circolanti a quell’epoca, ma l’evoluzione tecnologica delle batterie e dei motori elettrici non andò di pari passo con quella dei motori a scoppio, che ne soppiantò quasi completamente l’utilizzo.
Invenzioni come l’avviamento elettrico nel 1912 assieme al basso costo dei combustili, insieme alla loro evoluzione produttiva e qualità, alla facilità di approvvigionamento e rifornimento dei singoli veicoli, oltre a una politica economica sempre più incentrata sullo sfruttamento delle fonti energetiche di provenienza fossile hanno decretato il successo dei motori a combustione interna sull’alimentazione elettrica, che solo ai nostri giorni sta tornando di grande interesse.